Namibia

Le nostre proposte viaggio in Namibia

La Namibia

Sossusvlei NamibiaLa Namibia presenta paesaggi unici e spazi a perdita d’occhio, un alternarsi di paesaggi all’infinito; con un’estensione di quasi tre volte l’Italia cioè 824.268km²,con una popolazione stimata di circa 2.600.000ed ed è indipendente dal 21 marzo 1990.
La Namibia è la terra dei mille paesaggi, dalla natura straordinaria ed è un libro aperto di geologia ma non solo, tanta fauna, popoli amichevoli e per apprezzarla appieno non rimane che visitarla!
I nostri tour in Namibia offrono una grande varietà di itinerari ed attività diversificate, con altrettanto varietà di alloggi, per accontentare le vostre richieste e i vostri obbiettivi.

I nostri tour saranno guidati esclusivamente da Valentino o da Jacqueline, guide naturalistiche riconosciute dalla Namibia che vi porteranno alla scoperta delle bellezze naturalistiche, attraverso panorami unici, incontri con il popoli namibiano tra cui Himba, Herero e Boscimanie e alla ricerca della fauna nei parchi e riserve naturali.
Un paese che non smette mai di stupire e visitabile tutto l’arco dell’anno.

NOTA: Per la protezione dei Parchi è vietato l’uso dei Droni.

Cosa vedere in Namibia

Le dune del Deserto del Namib


dune del deserto del Namib

Le dune del deserto del Namib sono il simbolo della Namibia e sono tra le più alte al mondo; sono situate nel cuore del Parco Namib Naukluft e sono state dichiarate patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO il 21 giugno 2013.
Le dune sono prevalentemente a forma di stella e a parabola: domina il colore albicocca. Sono formate da una sabbia fine in cui è possibile affondare i piedi nudi, così da lasciare le impronte come testimonianza del nostro passaggio in uno dei deserti più antichi del mondo.

La magia del deserto è unica; il cielo, azzurro intenso per la gran parte dell’anno, contrasta con il colore delle dune; un effetto cromatico da lasciare senza fiato, considerato un “paradiso” da tutti gli amanti di paesaggi e di fotografia.
Per arrivare a Sossusvlei si percorre un largo ”corridoio” formato dal fiume Tsauchab (quasi sempre in secca): un fiume che non arriva all’oceano a causa di una serie di dune formatesi lungo il suo percorso in ragione del vento che soffia costante dalla costa verso l’interno, sbarrando così il suo percorso nei rari casi in cui le acque del fiume arrivano sino al deserto.
Uno dei luoghi più spettacolari di Sossusvlei è il Deadvlei che prende il suo nome dagli scheletrici tronchi di acacie morte (stimate risalenti a 700 anni fa) che spiccano sul fondo bianco, contro il fondale arancio delle dune.
Il deserto del Namib ha una eccezionale unicità: quella di essere un deserto ”vivente” grazie all’umidità che arriva dal mare e che garantisce la vita a piante e animali. Di piante che vivono della nebbia, perché non potrebbero procurarsi l’acqua in altro modo, ce ne sono molte: e hanno tutte la proprietà di fungere da riserva d’acqua e da nutrimento anche per gli animali.
La pianta più comune di quest’area, e tra le più interessanti, è il Nara (Acanthosycios horribus): una pianta endemica sempreverde, con la caratteristica che le sue foglie atrofizzate a forma di spina e i suoi rami, unitamente al tronco, garantiscono la fotosintesi clorofilliana: funzione svolta usualmente nel regno vegetale solo dalle foglie.
Il suo frutto a forma di piccolo melone spinoso è una risorsa di cibo e d’acqua per gli animali.
Gli animali che vivono nel deserto presentano uno straordinario adattamento a queste condizioni ambientali estreme: orici, antilopi saltanti (springbok), sciacalli, struzzi, insetti (tra cui il curioso scarabeo Tok-tok) e uccelli come l’astore e l’endemica allodola delle dune. Più rari da avvistare sono le iene brune ( che è un animale notturno), la volpe del Capo e i gatti selvatici.
NOTA: Per la protezione del parco è vietato l’uso dei Droni. Il parco è visitabile tutto l’’anno.

L'Oceano Atlantico


Sandwich Harbour

L’oceano Atlantico bagna la costa della Namibia in tutta la sua lunghezza, per circa 1500 Km; le sue acque sono profonde (circa 3.000 mt) e fredde (temperatura media 7°) a causa della corrente del Benguela che proviene dal polo Sud; questi fattori fanno sì che le acque siano molto pescose.
Un tempo, la costa era disseminata di relitti d’imbarcazioni arenate, ma non solo: abbondavano infatti scheletri di balene e di otarie e … di uomini che qui avevano trovato la morte. Motivo per cui la costa della Namibia venne chiamata la costa degli Scheletri.

La costa ha varie tipologie: si va dalle vaste spiagge sabbiose con grandi avallamenti verso l’entroterra (sino a formare “miniere” di salgemma) a spiagge rocciose o di ciottoli, fino a quelle più suggestive con le dune che si inabissano tra le onde dell’oceano Atlantico. Su tutta la tratta della costa namibiana, quando il vento spira da Ovest, persiste il fenomeno della nebbia che ricopre tutto con un sottile strato di micro gocce d’acqua, fonte di vita per molti animali e piante che si sono adattati a vivere nel deserto e condizione essenziale per la magia dello straordinario deserto vivente.

Cape Cross è la seconda colonia di otarie della Namibia, per ordine di importanza, dopo Move Bay; vi convergono le Otarie del Capo (Arctocephalus pusillus), caratterizzate dalle orecchie esterne; particolare che le differenzia dalle foche, le cui orecchie, viceversa, non sono visibili.
Le otarie sono ottime nuotatrici e possono coprire anche lunghe distanze; le femmine sono peraltro per lo più stanziali. Sono animali carnivori e territoriali; attenzione pertanto a non  avvicinarvisi troppo.
Un’otaria mangia quotidianamente circa l’8% del proprio peso; è ghiotta di merluzzi, sgombri, aringhe, acciughe, sardine e altri pesci pregiati; il che genera una sorta di “incompatibilità” con i pescatori.
I maschi a ottobre rientrano in colonia; a fine dicembre il maschio può aver ridotto le sue dimensioni dagli originari 360 Kg a 190 Kg; e tutto questo per la diuturna attività di controllo del suo territorio e del suo harem che conta normalmente  un numero variabile tra una decina e una settantina di femmine.
Durante questi mesi i maschi praticamente non si nutrono nell’intento di vigilare meglio e di non distrarsi.
Il periodo più attivo della colonia è tra novembre e dicembre; è un arco di tempo caratterizzato dalle lotte tra i maschi e dagli accoppiamenti: un continuo andirivieni ma non solo; anche nascite e morti specialmente tra i cuccioli deboli e quelli che si perdono nella colonia.
Ricordate che, se visiterete una colonia di otarie, appena aprirete le porte del vostro veicolo vi raggiungerà il loro inconfondibile belare e il loro indimenticabile, sgradevole, odore. La colonia è visitabile durante tutto l’arco dell’anno.

Swakopmund, sorge sulla costa atlantica, sul lato nord del fiume Swakop da cui prende il nome (“Swakopmund”, intedescosignifica infatti “foce dello Swakop”). I tedeschi costruirono Swakopmund sulle sabbie del deserto del Namib, lungo le sponde del fiume che garantiva acqua dolce, per realizzare il loro porto sull’Atlantico.
La cittadina di Swakopmund offre molti edifici storici e dichiarati monumenti nazionali.
Ne citiamo alcuni: la “vecchia” stazione ferroviaria del 1901, convertita in albergo nel 1994; la  Hohenzollernhausdel 1906, edificio particolarmente fotografato per via della statua di “Atlante con il mondo sulle spalle” che caratterizza il frontone; il Faro del 1902; la prigione di Altes Gefangnis, del 1909; la Wormanhaus, del 1906, integrata nell’edificio chiamato la “Torre Damara” da dove ci si può rendere conto perfettamente del posizionamento della città, tra oceano e deserto.
Swakopmund infatti è situata tra il caldo deserto del Namib e la fredda corrente del Benguela dell’oceano Atlantico, che garantisce tra l’altro un clima caratterizzato per lo più da  temperature fresche; qui frequentemente il tempo è variabile: nebbia, nuvole, sole e vento; a volte “un tempo da lupi”.
Swakopmund è la principale meta turistica sulla costa atlantica, con edifici di stile bavarese, negozi accurati ed esercizi commerciali di ogni genere, abbigliamento e souvenir compresi. La località offre anche molteplici attività educative e di divertimento.

Walvis Bay è situata a 30 Km a sud di Swakopmund; in passato era nota per i suoi stabilimenti di inscatolamento del pesce ma ora è un punto di attracco per navi container e petroliere oltre che sede di attività di manutenzione delle piattaforme petrolifere.
Il porto naturale di Walvis Bay, situato tra la laguna e l’oceano, è ben protetto dalle violente onde oceaniche.
Nella sua storia suscitò diversi interessi in ragione di queste caratteristiche; da quelli dei balenieri, nel 1784, a quelli del Sud Africa che rinunciò al suo porto solo quattro anni dopo l’indipendenza della Namibia.
Ora è il principale porto della Namibia e ultimamente ha ampliato le sue attività al settore delle navi da crociera che qui fanno tappa e organizzano numerose escursioni a terra per visitare i luoghi più rinomati dei dintorni.
Walvis Bay e Swakopmund sono anche caratterizzate da estese superfici di saline: un semplice impianto idraulico porta l’acqua marina nei vari bacini; grazie all’effetto (naturale) dell’evaporazione il sale si concentra e dopo alcuni mesi è pronto per l’estrazione. L’uso è prevalentemente industriale.
Le vaste lagune di Walvis Bay sono molto ricche di avifauna: uccelli marini (come Sule, Albatross e Cormorani),  uccelli migratori (come la Sterna del Caspio e la Sterna artica), uccelli di costa (come i Fenicotteri rosa di due specie, le Beccacce, i Corrieri e i Pivieri) e uccelli di palude come gli Aironi, i Pellicani, l’Oca egiziana e tanti altri.
Walvis Bay, da sempre riconosciuta per la ricchezza ittica delle sue fredde acque, beneficia anche turisticamente della possibilità di avvistare i delfini comuni, il delfino del Benguela (endemico), il rarissimo pesce luna (Mola mola), le tartarughe giganti (Caretta caretta) ma anche i cosiddetti giganti dei mari come le balene e le megattere, queste ultime peraltro solo in alcuni periodi dell’anno.

Sandwich Harbour, per raggiungerla si percorre una pista costiera, si attraversa l’immensa foce del fiume Kuseb e, viaggiando sul bagnasciuga, si raggiunge un posto particolare in cui si gode un paesaggio spettacolare: là dove le pareti dorate delle dune incontrano il freddo oceano Atlantico.
Sandwich Harbour è situata a circa 40 Km a sud di Walvis Bay, all’interno del Parco del Namib Naukluft; si tratta di una laguna lunga  3.7 Km e larga 1 Km, poca profonda e divisa dall’oceano Atlantico da una dorsale sabbiosa che mantiene separata l’acqua dolce da quella salata dell’oceano. Nei ultimi anni, peraltro, violente tempeste hanno ridotto la dimensione della dorsale e le acque si mescolano facilmente.
Nel passato, Sandwich Harbour era un piccolo porto commerciale, base per la caccia alle balene, ma ora è meglio conosciuto per la sua avifauna e la sua piccola laguna.
Consigliamo di non avventurarsi da soli in questi siti ma di partecipare alle escursioni organizzate con la partecipazione di guide locali.

Luderitz è situata nella Namibia meridionale; si tratta di una piccola città portuale, quasi surreale, dalle gelide acque e dal forte vento che proviene dal polo Sud che può rendere le giornate particolarmente fredde. Potrebbe far ricordare un paesino bavarese, con le sue pasticcerie, i caffè, le costruzioni in stile art nouveau e a graticcio, oltre alla chiesetta luterana situata sulla collina più alta che sovrasta il paesino.
I primi insediamenti di cui si ha notizia risalgono al 1487 quando il portoghese Bartolomeo Diaz arrivò in questa terra. Verso la metà del 1800 iniziò il periodo della raccolta del guano nelle varie isole, cioè l’Oro Bianco “puzzolente”, un fertilizzante particolarmente apprezzato in Europa e nelle Americhe; così la città crebbe e nel 1883 le venne attribuito il nome dal commerciante di tabacco tedesco Adolf Luderitz.
Nel tempo subì varie colonizzazioni ma la sua risorsa principale da sempre è stata la pesca: la pesca d’altura, quella all’astice e, più recentemente, quella delle ostriche.
La cittadina di Luderitz offre edifici storici, tra cui alcuni dichiarati monumenti nazionali; citiamo la stazione ferroviaria del 1907, ancora in uso, la Felsenkirche (la chiesa luterana del 1906, conclusa nel 1912) e la Goerke Haus del 1904, residenza dell’amministratore di una società diamantifera.
Luderitz fu anche luogo di sterminio, ad opera dei tedeschi, durante le guerre contro gli Herero tra il 1905 e il 1907; nell’adiacente Shark Island fu realizzato un campo di concentramento nel quale furono rinchiusi migliaia di uomini, donne e bambini, appartenenti alle popolazioni Herero e Nama; molti di loro morirono qui e furono sepolti in fosse comuni.
La penisola con il Diaz Point, che sorge a  22 Km di Luderitz; si tratta di un promontorio, tra colline grigie e prive di vegetazione, su cui spicca un bel faro. Costeggiando la baia, si possono vedere cormorani, fenicotteri e trampolieri; osservando le varie isolette si potranno vedere colonie di pinguini e di otarie.
A 10 Km da Luderitz, verso l’entroterra, troverete la“città fantasma” di Kolmanskop, un nucleo urbano nato dai primi cercatori di diamanti che la costruirono ispirandosi allo stile architettonico tedesco. La città fu dotata di un ospedale (con 250 posti letto e con l’impianto della prima macchina per i RX), di una centrale elettrica, di una scuola (per 44 allievi), di una cucina in grado di preparare 360 pasti al giorno, di un teatro, di un casinò, di un impianto di produzione del ghiaccio, di una sala bowling.
La “miniera” raccolse complessivamente diamanti per 5 milioni di carati; il che equivale a circa mille kg e corrispondeva, al tempo, al 20% della produzione mondiale.
L’abbandono della città iniziò nel 1938 in ragione del fatto che in quegli anni si scoprirono altri giacimenti diamantiferi, tra l’altro più ricchi e più superficiali, attorno all’Orange River. L’abbandono definitivo da parte degli ultimi abitanti avvenne nel 1956, in corrispondenza con la chiusura dell’ospedale.

Il parco dell'Etosha

Leopardo-Etosha

Il Parco Etosha ha un paesaggio inconfondibile; per la maggior parte è pianeggiante ed ha una superficie di 22.912 km² (più o meno la stessa estensione della Toscana).
Qui la natura la fa da padrona e noi siamo i suoi “ospiti”.
Nel parco Etosha ci sono 114 specie di mammiferi e 340 specie di uccelli che lo popolano nell’arco dell’anno; non troverete nè bufali (Syncerus caffer) nè licaoni (Lycaon pictus), estinti ancora prima che il parco venisse istituito e che venisse vietata la caccia.

Le sue strade di terra battuta offrono l’opportunità di visitare con attenzione il parco che è disseminato di pozze d’acqua naturali (sorgenti artesiane) e artificiali; dando così al visitatore un’occasione in più, quella di ammirare gli animali intenti a dissetarsi: i branchi di elefanti, le pazienti giraffe, gli aggressivi orici, le numerose antilopi saltanti (springbok), gli imponenti maschi di kudu maggiori e tanti altri animali si alternano nell’abbeverata, seguendo i ritmi dettati dalla natura e da una gerarchia conosciuta solo da loro.
Nel parco si possono vedere anche i predatori; tra questi il possente leone, le massicce iene, lo schivo leopardo, al raro ghepardo e – più raramente – alla bellissima lince africana.
Il parco Etosha, generalizzando, è una vasta area pianeggiante, caratterizzata da savane, alternate a boschi di mopane o ad alberi d’acacia; la parte più caratteristica deriva dai resti di un antico bacino prosciugato, con sedimenti salati e dalla colorazione bianca, di 4.590 Km quadrati chiamato Etosha Pan che nella lingua locale significa “grande luogo bianco”.
Il parco è visitabile tutto l’anno. NOTA: Per non disturbare e spaventare i ritmi degli animali, e come misura contro il bracconaggio, è vietato l’uso del DRONI.

Il Kaokoland

Epupa falls

Il Kaokoland è situato nel nord-ovest della Namibia, nella regione del Kunene; è una delle zone più incontaminate dell’Africa meridionale. Il Kaokoland è delimitato a sud dal fiume Hoanib e a nord dal fiume perenne Kunene che costituisce anche il confine fra la Namibia e l’Angola.
Il territorio è in gran parte montagnoso e il clima arido; il Kaokoland è attraversato in realtà da numerosi corsi d’acqua, prevalentemente secchi in superfice ma ricchi d’acqua nella falda.

Il Kaokoland, oltre ad essere abitato dal popolo Himba, Herero e da altre etnie, è ricco di una fauna che si è adattata a questo territorio arido: come i leoni e gli “elefanti del deserto”. Ma anche gli orici, i kudu, le antilopi saltanti (springbok), gli struzzi, le giraffe e le zebre di montagna.
Gli elefanti in particolare esibiscono una serie di comportamenti unici e riescono a trarre sostentamento dalle scarse risorse disponibili dell’area.

Opuwo è una cittadina frenetica, dove s’intersecano le varie tribù (Herero, Himba, Ovambo, Zemba) che convivono in armonia pur nella loro diversità etnica, dedicandosi per lo più a scambi, acquisti e vendite di bestiame. Il nome “Opuwo”, nella lingua locale, significa “Non oltre / Fine”.
La cittadina è in veloce espansione; troverete negozi, anche alimentari, con tutto quello che necessita; il centro commerciale ma anche il negozietto tradizionale e la bancarella. La gente veste in modo occidentale (in maggioranza) ma c’è anche chi mantiene ancora la tradizione anche nel vestire.

Epupa Falls è una serie di cascate formate dalle acque del Kunene che nasce in Angola; il fiume misura una lunghezza totale di Km 165 e sfocia nell’Oceano Atlantico; dalla cittadina di Ruacana segna il confine tra la Namibia e l’Angola. Le cascate Epupa sono situate a km 180 a nord di Opuwo.
Il luogo vi regalerà un’emozione unica grazie ad un mix molto suggestivo di acque, palmeti e cultura.
Nel periodo secco, può variare di molto il livello dell’acqua, a causa dello sbarramento della diga di Ruacana.

Gli Himba

villaggio himba 47

Gli Himba sono un popolo fiero, amichevole che proviene originariamente dalle terre dei grandi laghi; sono di origine Bantù. Gli Himba hanno mantenuto gran parte del loro stile di vita tradizionale come portare al pascolo gli animali, mungere le mucche, macinare la farina, etc.; e i loro ritmi sono dettati dalla natura, come gli spostamenti del bestiame, da un pascolo all’altro.
I villaggi sono a forma circolare e al centro è situato il recinto del bestiame: cioè la loro ricchezza. Le capanne, a forma conica, hanno rigorosamente l’entrata rivolta al recinto e sono realizzate con rami di Mopane intrecciati e smaltati manualmente con fango e sterco.
Le donne indossano un semplice gonnellino dal color ocra ma la parte più interessante sono gli ornamenti che simboleggiano il loro percorso di vita; ogni oggetto ha infatti un preciso significato: sposata, con un figlio o più figli, in cerca di marito, il lutto dei genitori, pubertà, promessa sposa. Queste donne si contraddistinguono per la loro abitudine di spargersi su tutto il corpo una crema di colore ocra, in passato costituita da burro e polvere d’ocra.
Tutti i nostri viaggiatori avranno la possibilità di visitare un villaggio tradizionale e avere un incontro amichevole, osservando gli aspetti della vita quotidiana della tribù; sarà possibile scattare fotografie o riprese, in totale libertà.
NOTA: Ricordate solo di non attraversare il fuoco sacro, posto tradizionalmente tra l’entrata del recinto del bestiame e la capanna principale; chiunque dovesse farlo, anche inavvertitamente, determinerebbe la “sconsacrazione” del villaggio; un grosso problema per i suoi abitanti.

Damaraland

Strada damaraland59Il Damaraland è situato a sud della regione del Kunene ed è abitato dal popolo Damara; di qui il nome Damaraland ovvero Terra dei Damara. Il territorio è arido e dominato da montagne con forme bizzarre e profili suggestivi. Un paesaggio dai colori contrastanti: il color ruggine della pietraia, il verde intenso dell’Euphorbia damarana e l’azzurro del cielo per la maggior parte dell’anno. L’area regala sempre grandi emozioni perché gli animali sono in perfetta libertà per cui i loro spostamenti sono imprevedibili. Si possono vedere animali come giraffe, kudu, zebre di montagne, antilopi saltanti, elefanti del deserto e tanti altri.

Il Damaraland è un’area naturalistica molto importante per la ricchezza di animali che si sono adattati a questo territorio arido e ostile, tanto da essere protetto da varie Associazioni ambientaliste tra cui il Save the rhino trust e il “Desert Lion”. 

Il Damaranand offre varie attrattive turistiche; ne ricordiamo tre:

Foresta pietrificata ha origine 280 milioni di anni quando un’immensa inondazione distrusse una vasta foresta; i tronchi, rotolando a valle, furono sommersi dal fango, caratterizzato da un alto contenuto di silice, che innescò il processo di fossilizzazione (il sito è stato dichiarato monumento nazionale).

Montagna bruciata ha origine 160 milioni di anni fa ed è connessa alla forte attività vulcanica che contraddistingueva la zona in quei tempi.

Canne d’organo si trovano in una piccola valle, non molto distante alla Montagna bruciata; sono formazioni di Dorolite esagonale che assomigliano, con un po’ di fantasia, alle canne di un gigantesco organo della natura.

Twyfelfontein e il Brandberg

Elefanti del deserto della Namibia

Sono due località situate nell’area del Damaraland  che riassumono la storia dell’arte della Namibia. Qui è possibile ammirare incisioni e pitture rupestri risalenti a circa 2000 anni fa anche se la datazione è incerta. Questi disegni raffigurano animali, impronte e uomini che impugnano archi e frecce, scene di caccia o cerimonie tribali. I graffiti, per la maggiore, sono stati eseguiti sulle pietre di arenaria con l’uso di osso o della pietra di selce.
I dipinti si trovano in luoghi riparati, caverne o incavature delle rocce, e sono stati realizzati con pigmenti colorati tratti da succhi di piante, da pietre colorate polverizzate, da uova, sangue, gusci e tante altre “materie prime” ed eseguiti con ossa, piume, stecchi o anche semplicemente dita.
Gli autori di questi disegni rivanno al popolo Khoikhoi, gruppo etnico correlato a quello dei Boscimani.
E’ stato dichiarato patrimonio dell’UNESCO il 28 giugno 2007.

Twyfelfontein è stato dichiarato patrimonio dell’Unesco per la grande varietà di incisioni. I siti aperti al pubblico di Twyfelfontein sono limitati, in modo da poterli proteggere dai vandalismi che si sono verificati in passato.
I siti visitabili sono per la maggior parte caratterizzati da graffiti ma includono anche alcuni dipinti che danno la possibilità di capire dove andavano, cosa facevano, e a cosa credevano i nostri “progenitori”.
Nei pochi bivacchi sono stati rinvenuti una varietà di utensili in pietra e oggetti come ciondoli, frammenti di gusci d’uovo di struzzo, nonchè oggetti di uso quotidiano come frammenti di carbone e di ossa.
La visita del sito è possibile solo con una guida qualificata.

Brandberg è un vulcano situato vicino alla costa e ricopre un’area di 450 km²; il punto più alto, chiamato Königstein (in tedesco significa La roccia del re) raggiunge i 2.579 mt ed è la montagna più alta della Namibia.
Il Brandberg ha due grandi attrattive: una storica e l’altra geologica.
La montagna del Brandberg è stata considerata dagli abitanti ottentotti del ceppo dei Khoikhoi (gruppo etnico correlato a quelli dei Boscimani) come una tavolozza da disegnare, per testimoniare la loro esperienza di vita: animali, immagini di caccia, scene ancestrali. Per loro quest’area era considerata sacra: vuoi per i panorami incredibili che da lassù si possono ammirare vuoi per il fatto che c’era l’acqua.
Tra i molteplici dipinti e graffiti del Brandberg, il più famoso è la cosiddetta “White Lady”; che poi potrebbe rappresentare uno sciamano, non necessariamente una “signora”.
E’ il simbolo di tutte le incisioni rupestri namibiane.
Geologicamente il Brandberg è un impressionante massiccio vulcanico; si tratta di un cratere collassato del diametro di 20 chilometri;  le attività vulcaniche che ne seguirono formarono varie camere magmatiche dalle diverse composizioni laviche. Tutto questo ha “regalato” alla zona una ricchezza di pietre meravigliose: quarzi di vari tipi e colori, ametiste, citrine e tanto altro.

Fish River Canyon

Nella parte più meridionale, dove il fiume Orange fa da confine con il Sud Africa, ad un certo punto del suo corso, l’Orange accoglie le acque del Fish River che ha appena attraversato il canyon che prende il suo nome con il suo caratteristico andamento meandrico: un fiume lungo 650 km, peraltro quasi secco per gran parte dell’anno.
Il Fish River Canyon è il secondo per dimensione dopo il Gran Canyon americano; si estende per circa 56 km, con una larghezza che arriva fino a 27 km e una profondità che in alcuni punti raggiunge i 549 m. Il canyon ebbe origine da un movimento tellurico chiamato dai geologi “Graben”, iniziato 650 milioni di anni fa, che ha causato fenomeni di sprofondamento, ed è stato ulteriormente modellato da fenomeni erosivi il cui principale responsabile è stato proprio il Fish River e a completare l’opera di erosione che noi ora possiamo ammirare è stato anche il vento che qui soffia frequentemente.

 

Informazioni generali sulla Namibia

La Namibia è indipendente dal 21 marzo 1990 e la capitale è Windhoek.

  • Formalità d’ingresso:  Per i cittadini italiani è sufficiente essere in possesso di passaporto con validità minima di 6 mesi e con minimo di 2 pagine libere. Nessun visto è richiesto al cittadino italiano.
    Quanto all’ingresso dei minori in Namibia, il nuovo regolamento prevede che tutti i minori di età inferiore ai 18 anni siano accompagnati da entrambi i genitori. Dovranno essere muniti di passaporto individuale e copia autenticata, in lingua inglese o multilingue, del proprio certificato di nascita integrale o documento equivalente, emesso dall’Autorità competente, in cui vengano riportate le generalità di entrambi i genitori.
  • Pasti: La Namibia negli ultimi anni si è adeguata alle problematiche allergiche; è importante avvertire in tempo gli interlocutori e specificare quali alimenti sono da escludere dalla dieta. Anche le persone vegetariane troveranno alternative alimentari di loro gradimento.
  • Abbigliamento e Bagaglio: Consigliato l’uso di abiti casual e leggeri, pratici e comodi, con colori neutri e alcuni indumenti caldi. Una giacca a vento, scarponcini leggeri per camminate e scarpe leggere o sandali per il tempo libero. Copricapo, occhiali da sole, crema solare e idratante, repellenti, costume da bagno (nel periodo estivo), piccola torcia e binocolo. Nel periodo invernale (da giugno ad agosto) si consiglia di portare alcuni indumenti caldi per le mattinate e per la sera; e semi-leggeri per le ore centrali.
    Quanto al bagaglio, raccomandiamo l’utilizzo di borse/sacche morbide specialmente a chi ha scelto itinerari con voli interni che spesso sono sottoposti a limitazioni di bagaglio.
    La maggior parte dei lodge/campi offre il servizio di lavanderia.
  • Assistenza medica: Nelle città principali esistono ospedali e piccole cliniche. Nelle aree rurali il servizio disponibile è quello di base. Si consiglia di portare con sè i medicinali personali. Nei nostri viaggi consigliamo vivamente di premunirsi con un’assicurazione personale che includa l’assistenza medica e l’evacuazione di emergenza.
  • Vaccinazioni e Malaria: Nessuna vaccinazione è obbligatoria. In Namibia in gran parte del territorio non sono presenti malattie che obbligano a vaccinazioni.
    La malaria non è presente in tutto il territorio della Namibia ma nelle zone a nord, di confine con l’Angola, lo Zambia, lo Zimbabwe, e il Botswana, specialmente nei periodi più piovosi e caldi. Si consiglia di consultare il proprio medico per effettuare la profilassi antimalarica più idonea. Si consiglia altresì, come misura preventiva, di indossare indumenti chiari con maniche lunghe e pantaloni lunghi, di utilizzare dei repellenti al tramonto e all’alba e di dormire al riparo delle zanzariere.
  • Corrente elettrica: La corrente elettrica in Namibia è di 220/240 volt; si usano prese a tre poli grosse e rotonde; le prese universali non funzionano. Negli ultimi anni la maggior parte dei lodge si è dotata peraltro di prese europee. Alcuni lodge hanno elettricità generata da piccoli pannelli solari o micro generatori; in questo caso chiedete l’assistenza dello staff per ricaricare le batterie nelle aree idonee.
  • Clima: La Namibia prevalentemente gode di un clima secco e caldo. Il periodo estivo va da Settembre a Maggio; le giornate sono calde e le notti fresche. Da Gennaio ad Aprile è il periodo delle piogge ed è possibile incorrere in piogge localizzate; generalmente si tratta di brevi acquazzoni; più raramente si sono registrate annate anomale con piogge intense. Il periodo invernale va da Giugno ad Agosto, con giornate fresche e notti fredde, talvolta anche gelide. La Namibia vanta 300 giorni di sole all’anno ed è da considerarsi un paese visitabile tutto l’anno.
  • Lingue: La lingua ufficiale della Namibia è l’inglese, ma è diffuso anche il tedesco e l’africans.
    Le popolazioni rurali parlano ancora le loro lingue indigene, come il damara, l’ovambo, l’ovahimba…
  • Moneta: La moneta locale è il Namibian Dollar che ha un valore pari al Rand sudafricano; di conseguenza entrambe le monete circolano senza alcun problema. Le carte di credito sono ben accettate, ma va considerato a volte il mal-funzionamento delle linee telefoniche. Potrete trovare Banche e Bureau de change nei grandi centri, negli aeroporti e nei Lodges/Hotels (ove il cambio, generalmente, non è molto favorevole) convertendo senza problemi l’Euro e il Dollaro Americano. All’interno del parco Etosha e a Sesriem non c’è possibilità di cambio.
  • Sicurezza: La Namibia è un paese relativamente sicuro, anche se negli ultimi anni si sono verificati alcuni spiacevoli furti. Viaggiando è comunque consigliabile prestare attenzione; i piccoli scippi sono sempre possibili specialmente quando si visitano le città o si lasciano gli oggetti incustoditi.
  • Fuso orario: nell’arco dell’anno vige un unico orario e corrispondente all’orario solare italiano. Nel periodo invernale italiano c’è un ora di differenza.

NOTA: Per non disturbare e spaventare i ritmi degli animali, e come misura contro il bracconaggio, in tutti i parchi della Namibia è vietato l’uso del DRONI.