La storia di uno gnu

 

Non avrei mai immaginato che soltanto osservando gli animali avrei capito che la morte è parte integrante della vita ed è un evento naturale. La morte di uno gnu non cambia il ritmo della vita della savana, ma diventa un tassello importante per la continuità della vita di altri animali.

… parco Etosha, in Namibia… il cielo sopra di noi aveva una velatura color rosa… Tutti aspettavamo le piogge che tardavano ad arrivare…

Ore 07.15 … osservammo in lontananza un cumulo nero e cinque sciacalli della gualdrappa (Canis mesomelas)… Il cumulo nero era uno gnu (Connochaetes taurinus) morto da poco per cause naturali, infatti, non aveva ferite da aggressione…

Gli sciacalli sembravano increduli di aver trovato tale abbondanza e si agitavano con gran frenesia. … Erano solo cinque sciacalli, eppure tra di loro iniziò una vera competizione… L’abbondanza di cibo a disposizione li avrebbe saziati tutti abbondantemente eppure litigavano… ma la legge della gerarchia era troppo forte.

… Si sentivano guaiti, ringhiate, morsi e corse sfrenate. Questo richiamò l’attenzione di altri sciacalli della zona e in breve il loro numero aumentò e la competitività si fece più forte e agguerrita. La supremazia degli sciacalli dominanti su quelli più deboli era evidente tanto che venivano rincorsi e scacciati via non appena si avvicinavano.

…Vita dura!

Ore 09.45, il sole picchiava forte… Anche gli sciacalli a turno dovevano… ripararsi all’ombra di un’acacia per riprendere le forze. La temperatura continuava a salire e noi eravamo chiusi in macchina da oltre tre ore, senza aria condizionata e senza possibilità di scendere (nel parco Etosha non è consentito), a questo punto decidemmo che avevamo bisogno di fare una pausa con una bibita fresca.

Ore 10.30, ritornammo sul luogo e fummo sorpresi dal cambiamento di scenografia. Ora gli sciacalli avevano nuovi avversari e per difendere il loro bottino dovevano impegnarsi con più aggressività e agire con maggire determinazione. I nuovi arrivati non si lasciarono intimidire facilmente ed erano numerosi: si trattava di avvoltoi (Gyps africanus e Torgos tracheliotus) e alcuni marabù (Leptoptilos crumeniferus).

… Che beffa, poveri sciacalli! E loro che pensavano di essere i soli beneficiari.

Ore 14.30, la carcassa era stata divorata per più di metà e si vedevano ormai le costole. Noi, in macchina eravamo esausti… e rientrare al campo alla ricerca di un po’ di refrigerio per noi e specialmente per le macchine fotografiche che si stavano surriscaldando.

Ore 18.30, a nostro ritorno tutti gli avvoltoi si erano involati via, ed erano rimasti solo due sciacalli. Nel frattempo si erano aggiunte tre grosse iene (Crocuta crocuta) che erano molto entusiaste di questo ritrovamento ma iniziarono a infastidirsi tra di loro per la scarsità di cibo…

Le iene continuarono a litigare, trascinando lo scheletro sulla piana e scomparendo tra nuvole di polvere. La giornata volgeva al termine e il sole iniziava a tramontare… le ombre si allungavano e gli ultimi raggi del sole illuminavano, mettendo in risalto, le migliaia di piume perse dagli avvoltoi e sparse tutto intorno.

Avevamo osservato la competizione per il cibo, le gerarchie dominanti, le interazioni tra diverse specie e l’importanza degli spazzini della savana … La morte dello gnu consentì ad altri di sopravvivere e contribuì a completare il ciclo della vita.

Sintesi di un racconto tratto dal libro “Terra d’Africa”.