L’incontro con i gorilla

 

Pare che nella vita si debba sempre essere alla ricerca di una nuova impresa.

Infatti quando eravamo arrivati in cima al Kilimangiaro feci la fatidica domanda a Valentino:
– E ora in quale impresa ci dobbiamo cimentare? – Non ebbi neanche il tempo di finire che lui mi disse. – Guarda laggiù verso ovest, abbiamo l’appuntamento con i Gorilla di montagna! –

Colline del RuandaNon trascorsero neppure due anni da quel giorno (Novembre 2010) che mi trovai proiettata in un ambiente molto diverso della mia quotidianità. Passare dal deserto della Namibia con la sua aridità e con i suoi colori caldi ad un paese equatoriale come il Ruanda, con foreste pluviali ed il verde come colore predominante non era per niente male!! Il paesaggio che si vedeva era composto da “mille” colline perfettamente coltivate, opere del lavoro umano. Era inevitabile fare alcune riflessioni, riflessioni sulla quotidianità di queste persone.
Molti di questi campi sono situati sulle ripide pendici delle colline e dei vulcani, scrupolosamente ordinati, lavorati a mano e periodicamente riassettati per la semina.

Non ero preparata ad un viaggio che mi avrebbe coinvolto emotivamente; forse avevo dato troppa importanza al genocidio avvenuto in passato e non avevo valutato le risorse dell’uomo, la sua voglia di ricominciare, di ricostruire il proprio paese e di NON dimenticare.
Ma forse la cosa che mi colpì maggiormente fu la consapevolezza e il rispetto che hanno verso i loro Gorilla.
Forse comprendevano la loro vulnerabilità, coscienti che potrebbero estinguersi in un solo giorno?
Il senso d’organizzazione del Parco… i ranger, i battitori e la guida testimoniarono da subito la passione per il proprio lavoro e la dedizione per costruire un futuro dei gorilla il più longevo possibile.

La raccoglitrice di margheriteLa camminata iniziò a quota 2000 metri attraverso campi, campi coltivati a margherite bianche…Questa camminata tra i campi è stata un’esperienza molto forte sul lato umano …Le donne raccoglievano i fiori sbocciati che poi avrebbero messo al sole ad essiccare … Sui volti di queste donne si leggeva la povertà economica, si leggeva la fatica di lavorare una terra generosa e ricca, si leggeva l’apprensione per il raccolto e l’apprensione per il guadagno che non bastava mai.
A volte il mio sorriso nascondeva un po’ di imbarazzo perché mi sentivo una persona troppo fortunata, specialmente se a sorridermi erano dei bambini. Pensaial fatto che questi bimbi imparano molto presto a usare la zappa, a portare la legna, a portare i fratellini più piccoli sulle spalle e a portare i sacchi di terra sulla testa (certamente del peso adatto alle loro forze… ma pur sempre di un peso troppo elevato per loro). Anche i loro volti sono già segnati dalla responsabilità e sono già coscienti delle difficoltà e delle fatiche della vita.

I campi ad un certo punto finirono davanti un muro: eravamo arrivati al confine con il parco.
L’ambiente cambiò immediatamente: ci trovavamo nella foresta pluviale. Gli alberi erano alti, immensi, le piante rampicanti si attorcigliavano sui loro alti tronchi, i licheni lunghissimi simili a lunghe barbe ondeggiavano al vento, i muschi erano di un verde smeraldo e le piccole orchidee rosse abbarbicate sui tronchi erano fiorite.
Poco dopo scoprimmo anche delle gigantesche ortiche che riescono a pungere anche attraverso i tessuti, e imparammo velocemente a identificarle ed evitarle. Il sentiero era sconnesso e scivoloso, in alcuni passaggi difficoltoso.

il gorilla pensatoreEravamo a 3000 metri di altitudine ed il fiato era corto. Prima di incontrare i gorilla, la guida ci spiegò alcune regole da rispettare per la sicurezza dei gorilla e la nostra, come ad esempio di rispettare la distanza di 7 metri dai gorilla. Il tempo a disposizione per la visita è di un’ora esatta, cronometrato dal ranger.
Penso che quella sia stata l’ora che è passata più in fretta in tutta la mia vita.
Inizialmente ci si sente come un ospite fuori luogo ad una festa di gala, poi pian piano ci si immerge nell’atmosfera calma e tranquilla e si rimane coinvolti senza accorgersene.

I gorilla si aggiravano nella boscaglia alla ricerca di cibo ed erano in movimento: mangiavano, cercavano, spezzavano, scavavano, si grattavano e ci tenevano sempre sotto controllo, e poi cercavano. Poi ancora assaggiavano, spezzavano, assaggiavano di nuovo e gettavano via il cibo (non era di loro gradimento…) assaggiavano altro e mangiavano, tenendoci sempre sotto controllo.
Pensavano sulla nostra presenza?… ma a cosa pensavano di noi?
A un certo punto percepii la loro grande e ammirevole tolleranza nei nostri confronti, riflettendo sul fatto che il nostro arrivo era stato rumoroso, i nostri spostamenti goffi, accompagnati da tante voci e loro invece si erano limitati a guardarci.
Cucciolo di gorillaViene da pensare che sia una questione di abitudine: certamente sono abituati alla presenza dell’uomo. Ma pensiamo per un attimo quanto noi uomini siamo poco tolleranti con il nostro prossimo anche se siamo abituati!
Poi mi sfiorò un pensiero: noi saremmo così se non avessimo i soldi? Immediatamente, allontanai dalla mia mente questa domanda, non volevo assolutamente sapere la risposta.

Dietro un enorme cespuglio un gorilla seduto ci osservava con maggior attenzione. Guardando meglio vidi del pelo che si muoveva. Un piccolo cucciolo di 3 mesi face capolino e con uno sguardo curioso si mise a osservarci. Era buffo e simpatico. Troppe emozioni in un tempo così breve.
L’ultima scena fu bellissima e la ricordo ancora con grande simpatia.
Il gruppo si spostò velocemente ed un giovane gorilla rimase indietro per raccogliere un germoglio.
Quando si rese conto di essere rimasto solo con tutti noi ad osservarlo,si sentì senza protezione e iniziò a correre e a chiamare il gruppo, con la stessa cadenza vocale umana.
Quante volte abbiamo visto delle simili scene con i nostri bambini?

valentino e jacqueline con il gorillaL’ora a nostra disposizione finì e dovemmo lasciarli. Solo in quel momento mi resi conto del dolore che provavo su braccia e gambe: infatti durante il percorso avevo toccato tante di quelle ortiche! Ma cosa importava! Avevo visto con i miei occhi i Gorilla di montagna.
Quando ci salutammo la guida ci disse: -Vorrei darvi un incarico, vorrei che tutti Voi foste ambasciatori di questo paese e testimoni di aver ammirato la nostra biodiversità che rischia di scomparire. Invitate i vostri amici a visitare questo Paese e contribuire alla sua salvaguardia. –
Nessuna guida che io abbia conosciuto aveva mai parlato così tanto con il cuore, convinto di quello che ci diceva.